Abbiamo recentemente parlato di sistemi di accumulo di energia elettrica poiché riteniamo che questo sia uno dei grandi temi del futuro del mondo dell’energia. Allo stesso tempo però li abbiamo anche criticati, costruttivamente, ritenendoli soltanto l’estrema ratio di un sistema elettrico che dovrebbe, per diventare veramente smart, anzitutto dotarsi di un efficiente sistema di previsione per le fonti rinnovabili non programmabili come solare ed eolico e, soprattutto, dovrebbe pretendere da ogni produttore dinamiche di regolazione partecipativa all’equilibrio fra domanda e offerta di energia in rete, istante per istante. A valle di questo riteniamo che il mercato principale dei sistemi di accumulo, il loro primo campo di sviluppo, potrà essere quello dei sistemi di accumulo associati ad impianti fotovoltaici domestici. Quello che vi presentiamo nel presente articolo è il tipico caso di quello che viene definito sistema di accumulo time-shifting dove cioè la produzione di energia elettrica (nelle ore centrali della giornata quando c’è sole) non incontra la richiesta di energia elettrica, se non in minima parte, dell’utenza (solitamente in casa si è presenti la mattina, a pranzo raramente e dalle 19 in poi). Ecco quindi che nel presente articolo vi presentiamo uno studio approfondito di una tipica abitazione italiana con contratto di fornitura da 3kW nominali e un tetto ben orientato a disposizione. Analizzeremo lo scenario dell’abitazione senza fotovoltaico e senza batterie, poi con impianto fotovoltaico ma senza batterie e infine quello di un’ abitazione con entrambi i sistemi. Dovremmo chiaramente fare uno studio medio, perdendo inevitabilmente la precisione delle situazioni particolari e puntuali. In ogni caso, anche per questo argomento, analogamente alle fonti di produzione di energia rinnovabile, vogliamo partire e siamo dalla parte dei più piccoli soggetti privati perché questo crediamo che debba essere la filosofia per inseguire il sogno della democrazia elettrica: creare posti di lavoro distribuiti, generare energia laddove si produce, svincolare i singoli soggetti privati da onerosi contratti energetici che ne limitano la libertà individuale rafforzando anche il ruolo della rete come supervisore e garante. In quest’ottica ben vengano i sistemi di accumulo di energia, ben vengano le batterie associate ad impianti fotovoltaici di cui parleremo, anche se le nostre critiche e i nostri dubbi sui principi, e sulla vera efficacia ed efficienza dei sistemi di accumulo, permangono e sono di natura prettamente tecnica e di critica al loro impatto ambientale.
Introduzione
Struttureremo l’articolo in modo molto semplice e lineare. Prenderemo ad esempio la casa media italiana con la famiglia di 4 persone e i suoi relativi consumi elettrici, la forniremo prima di impianto fotovoltaico connesso alla rete senza batterie, e poi aggiungeremo anche un sistema di accumulo per l’aumento dell’auto consumo domestico. Lo schema dell’articolo è schematizzato in Figura 1.
1 – I consumi elettrici nella famiglia media Italiana
Per capire l’impatto di un sistema di generazione fotovoltaico e del relativo accumulo sui consumi domestici si deve prima avere ben presente l’ammontare di questi consumi. Riferendosi al sito dell’ AEEG [1] e operando varie ricerche nel settore abbiamo preso in esame il seguente caso, come medio rappresentativo del nostro paese:
Caratteristica | Quantità |
Numero componenti del numero familiare | 4 |
Potenza nominale elettrica disponibile al contatore da contratto | 3 kW |
Consumi annui di energia | 2750 kWh |
Curva oraria dell’assorbimento di energia da rete | Si veda Figura 2 |
2 – L’impianto fotovoltaico ed eventuale sistema di accumulo ad esso associabile
Per simulare l’impianto fotovoltaico medio italiano si è partiti dalla sua localizzazione ossia abbiamo considerato come se fosse installato alla latitudine media italiana. Come potenza di picco abbiamo preso la classica taglia residenziale da 3 kWp, ne è risultato il seguente impianto.
Caratteristica | Quantità |
Latitudine media Italia di installazione dell’impianto | 41,868051° N (Roma, Roccaraso, Termoli) |
Potenza di picco dei pannelli fotovoltaici | 3 kWp |
Percentuale di decurtamento delle prestazioni dovute a ombre, orientamenti non ottimali e perdite del sistema | 25% |
Inclinazione del tetto supposta | 20° |
Numero di pannelli necessari | 11 pannelli da 270 Wp l’uno |
Superficie necessaria per l’installazione dell’impianto | 17,6 m2 |
Densità di potenza superficiale | 168 Wp/m2 |
Produzione annua dell’impianto | 4232 kWh |
Producibilità supposta | 1410 kWh/kWp |
Costo totale dell’impianto | 6500 € |
Costo specifico dell’impianto | 2166 €/kWp |
Curva di produzione media annua | Quella mostrata in Figura 3 |
La curva fotovoltaica di produzione dell’impianto tiene già conto, tramite un coefficiente correttivo al ribasso, di indisponibilità di rete, guasti, ombreggiamenti parziali e meteorologia. I dati sono stati elaborati a partire da dati reali e corretti con fonti teoriche e riscontri pratici.
Supponiamo adesso che si voglia associare all’impianto fotovoltaico un sistema di accumulo costituito da batterie. Ad oggi, come si è già sottolineato nel nostro articolo, le batterie sono l’unico mezzo di accumulo di energia elettrica con un rapporto costi/benefici (e in questo caso applicabilità ad un’ abitazione) accettabile. Supponiamone di seguito le caratteristiche.
Caratteristica | Quantità |
Potenza di picco erogabile dalle batterie | 3 kW |
Energia immagazzinabile | 3 kWh |
Carica minima di base | 0,1 kWh (3,3%) |
Carica massima realizzabile | 3 kWh (100%) |
Costo di installazione | 3000 € |
Costo specifico di installazione | 1000 €/kW |
Gestione della carica | Priorità 1: Alimentare i carichi domestici direttamente da fotovoltaico e ricaricare con l’eccedenza la batteria
Priorità 2: Alimentare i carichi con il fotovoltaico e sopperire a quanto non prodotto dall’impianto solare con la carica delle batterie Priorità 4: Alimentare i carichi domestici con la carica delle batterie e prelevare dalla rete l’energia mancante, controllando continuamente che non sia realizzabile la priorità 1 o 2 Priorità 4: Alimentare i carichi con la rete elettrica e controllare continuamente che non sia realizzabile la priorità 1,2 o 3 |
Configurazione dell’impianto | Vedi Figura 4 |
Tecnologia di accumulo | Batterie agli ioni di Litio ad alta densità energetica |
Le configurazioni di impianto realizzabili comprendenti il sistema di accumulo e l’ impianto fotovoltaico sono molteplici e già previste nelle norme CEI 0-16 e 0-21 [5] . Prenderemo ad esempio quella più semplice e probabilmente che avrà più diffusione. Lo schema elettrico unifilare è mostrato in Figura 4.
3 – Confronto tecnico economico fra le varie soluzioni
A questo punto abbiamo costruito il nostro impianto completo e possiamo andare a fare i raffronti fra le situazioni mostrate. Per iniziare andiamo a mostrare in un grafico, in Figura 5, l’andamento dell’energia scambiata con la rete nei tre casi in esame: abitazione normale senza impianti (profilo in rosso), abitazione con impianto fotovoltaico (in giallo), abitazione con impianto fotovoltaico e sistema di accumulo (in blu).
La modifica della curva di energia scambiata con la rete (in rosso l’originale) cambia sostanzialmente man mano che andiamo ad aggiungere impianti di generazione o di stoccaggio all’abitazione. Quello che di fatto succede è che se si installa il solo impianto fotovoltaico, quando esso produce, la famiglia media non è in casa (se non per pranzo) e quindi non riesce ad auto consumare molta energia prodotta. L’installazione dei batterie o comunque di un sistema di accumulo aumenta immediatamente l’energia auto consumata coprendo principalmente i bisogni serali dalle 17 alle 22. L’esigenza dell’auto consumo è dettata dalla semplice constatazione economica che l’energia venduta in eccesso da fotovoltaico viene remunerata, in assenza, come oggi accade, di incentivi, circa 0,11 €/kWh mentre quella che acquisto per i consumi circa il doppio 0,22 €/kWh. Auto consumare la propria energia, di fatto, risulta quindi essere equivalente a venderla a 0,22 €/kWh non dovendola io acquistare. Per aumentare ulteriormente la quota auto consumo delle abitazioni sono e saranno in commercio anche dispositivi di sincronizzazione dell’accensione di elettrodomestici capaci di capire quando l’energia proviene da rete o quando da impianti propri di produzione, in grado quindi di spostare le curve di carico (la rossa) “dentro” alla curva di produzione fotovoltaica (la gialla). Per il momento però atteniamoci al caso medio preso in esame e andiamo a raffrontare i risultati ottenuti al termine della nostra analisi.
Abitazione normale | Abitazione con fotovoltaico | Abitazione con fotovoltaico e batterie da 3kWh | Abitazione con fotovoltaico e batterie da 4kWh | Abitazione con fotovoltaico e batterie da 5kWh | |
Energia necessaria all’abitazione [kWh/giorno] | 7,514 | 7,514 | 7,514 | 7,514 | 7,514 |
Energia prelevata dalla rete [kWh/giorno] | 7,514 | 4,651 | 1,777 | 0,74 | 0 |
Quota di energia prelevata dalla rete [%] | 100% | 61,9% | 23,6% | 9,88% | 0%* |
Quota auto prodotta (quota autoconsumo) [%] | 0% | 38,1% | 76,34% | 90,22% | 100%* |
Energia esportata in surplus [kWh/giorno] | 0 | 8,725 | 5,58 | 4,62 | 4,041 |
*Le cifre sono calcolate nel giorno medio non tenendo conto di possibili periodi prolungati di assenza di luce solare o di indisponibilità dell’impianto. In generale è difficile comunque superare cifre di autoconsumo superiori al 90% nell’arco di un anno.
Queste sono quindi le cifre ottenute della nostra simulazione. I risultati, evidentemente, dipendono molto dal tipo di profilo di consumo dell’abitazione e dalla capacità di spostare i carichi nelle ore di funzionamento dell’impianto fotovoltaico oltre che dalla localizzazione dell’impianto (da nord a sud un impianto fotovoltaico può variare la sua producibilità anche del 50/60%) ma lo scenario analizzato, viste le ipotesi, può essere rappresentativo dello scenario domestico medio italiano. Si ricorda che i consumi domestici in Italia pesano per circa ¼ dei consumi totali nazionali di energia elettrica. La considerazione più importante da fare è però un’altra: l’impianto fotovoltaico medio in una giornata media e comunque nell’arco di un anno, produce più energia di quella che un’abitazione media consuma nell’arco dello stesso anno. Questo vuol dire semplicemente che l’indipendenza energetica domestica è mediamente possibile e che la fonte solare con la tecnologia di conversione attuale è in grado di produrre anche più energia di quella di cui abbiamo, mediamente, bisogno. La quota di indipendenza energetica raggiungibile può essere quindi aumentata anche fino al 100% aumentando la capacità delle batterie di accumulo. In Figura 6 il risultato della nostra simulazione tenendo immutati i consumi domestici e l’impianto fotovoltaico e cambiando solo la capacità delle batterie.
Nel grafico, anche se poco evidente, si notano due cambiamenti di pendenza rispettivamente a 4 e a 5 kWh. Il primo è dovuto al fatto che aumentando la capacità delle batterie esse cominciano a non incrementare più così tanto la possibilità di autoconsumo semplicemente per il fatto che i carichi di base notturni coperti sono bassi e influiscono poco sul totale, mentre la gran parte dei consumi diurni e serali è già coperto da una fornitura come quella supposta di 3kWh di batterie. Il secondo cambiamento è già al 100% dell’autoconsumo. Secondo la nostra simulazione quindi, 5 kWh circa di batterie assicurerebbero, in condizioni medie, l’indipendenza energetica totale di un abitazione (a meno di meteorologia sfavorevole ecc. qui non considerata per semplicità).
Considerazioni economiche
Ci resta da affrontare il conto economico di questi vari scenari. Bisogna anzitutto premettere che la cosa più difficile è stimare i costi legati all’acquisto di un impianto fotovoltaico con accumulo. Mentre per il solo impianto fotovoltaico i costi si aggirano ad oggi sui 2300€/kWp per un impianto installato e finito, quando ci si associa un impianto di accumulo i costi non sono più così facilmente individuabili poiché il mercato di questi impianto non è minimamente maturo ne stabile, da qui le difficoltà di dare un prezzo preciso all’impianto completo. In generale si sono fatte le seguenti ipotesi.
Caratteristica | Quantità |
Costo dell’energia acquistata da rete [€/kWh]
Si suppone che la famiglia sia rimasta al mercato di maggior tutela e non sia passata al mercato libero |
0,22 |
Costo dell’energia venduta [€/kWh] | 0,11 |
Fabbisogno medio giornaliero dell’abitazione [kWh/giorno] | 7,55 |
Costo specifico di realizzazione impianto fotovoltaico (IVA inclusa) installato [€/kWp] | 2160 |
Costo specifico di realizzazione impianto accumulo [€/kWh] | 1000 |
Numero di cicli di carica e scarica completi equivalenti supposti ogni anno [-] | 380 |
Numero di cicli di carica e scarica secondo la durata di vita delle batterie [-] | 1800 |
Anni di vita delle batterie risultanti [anni] | 5 |
Diminuzione del costo delle batterie ad ogni cambio [%]
(si suppone uno sviluppo tecnologico che possa sostituire il sistema di accumulo) |
30 |
Tasso di attualizzazione [%] | 4 |
Vita utile dell’impianto e orizzonte temporale considerato [anni] | 25 |
Finanziamento di parte del capitale necessario alla costruzione | NO tutto capitale proprio |
Come si evince dalla tabella precedente abbiamo fatto tutte le ipotesi classiche attualmente note per il settore. Si consideri inoltre che non si è tenuto conto del costo di aumento dell’energia da rete (di solito 1% all’anno o superiore) semplicemente perché non crediamo che questo avverrà come in passato e che andremo in futuro verso dinamiche deflattive anche in questo settore. L’altra ipotesi tenuta in considerazione è quella di usufruire (come sarà valido per tutto il 2015) la detrazione fiscale del 50% in 10 anni per la costruzione dell’impianto. I risultati economici principali sono mostrati nella tabella seguente:
Senza batterie ma con fotovoltaico | Con fotovoltaico e batterie 3kWh | Con fotovoltaico e batterie 4 kWh | Con fotovoltaico e batterie 5kWh | |
Costo annuo dell’energia acquistata da rete [€] | -€ 376,33 | -€ 145,39 | -€ 59,31 | € 0,00 |
Risparmi da autoconsumo [€] | € 230,07 | € 461,01 | € 547,09 | € 606,40 |
Vendita di energia [€/anno] | € 350,53 | € 235,06 | € 192,02 | € 162,37 |
Totale da acquisto/vendita di energia [€] | € 204,27 | € 550,68 | € 679,81 | € 768,76 |
Costo impianto fotovoltaico [€] | € 6.900 | € 6.900 | € 6.900 | € 6.900 |
Costo batterie [€/5 anni] | € 0 | € 3.000 | € 4.000 | € 5.000 |
Detrazione fiscale 50% [€/anno] | € 345 | € 495 | € 545 | € 595 |
Rendimento dell’investimento [%] | 77% | 12,6% | 23,93% | 20,49% |
Tempo di rientro dell’investimento [anni] | 9 | 22 | 15 | 16 |
Guadagno nell’arco della vita utile dell’impianto [€] | 5.346 | 2.069 | 4.306 | 4.225 |
Le nostre conclusioni sono ben evidenziate dalla tabella. Al momento, se si considerano davvero tutti i parametri possibili come la sostituzione delle batterie ogni 5 anni, è ad oggi più conveniente anche dal punto di vista economico installare un impianto fotovoltaico semplice piuttosto che uno con associato un sistema di accumulo. L’installazione delle batterie, ad oggi risulta essere onerosa dal punto di vista economico e quanto recuperato dal non acquisto dell’energia elettrica dalla rete (3/400€ all’anno) non è sufficiente per compensare l’investimento necessario per dotare l’impianto di questi sistemi (3/4000 €). A livello tecnico è invece evidente come il compromesso ideale costi/benefici sia, fra gli impianti dotati di accumulo, quello con 4 kWh di capacità elettrica delle batterie. Esso aumenta di molto la capacità di auto consumare l’energia e permette quindi di abbattere i tempi di rientro dell’investimento a 15 anni. In Figura 7 si da evidenza del conto economico per l’impianto con accumulo da 3kWh e quindi del riassunto dei tempi di rientro dell’investimento risultanti.
Conclusioni
Ad oggi il vero limite dei sistemi di accumulo associati agli impianti di produzione rinnovabile, è paradossale, sembrano essere proprio gli stessi sistemi di accumulo. La tecnologia agli ioni di litio, oggi la più flessibile e diffusa sul mercato per applicazioni di piccola taglia, è ancora troppo costosa per poter essere associata ad un impianto fotovoltaico. Senza fare calcoli precisi è chiaro che qualora il costo delle batterie di buona qualità (quelle cioè in grado di compiere almeno 1800/2000 cicli di carica/scarica completi) scendesse intorno ai 5/600€ al kWh si andrebbe a determinare immediatamente un conto economico molto diverso, con tempi di rientro di 10 anni per impianti completi. Ad oggi esistono già offerte di questo tipo sul mercato, ma abbiamo scelto, nel nostro articolo, una linea “di salvaguardia”, cautelativa, verso i nostri lettori, semplicemente perché siamo diffidenti sulle reali prestazioni e soprattutto sulla reale affidabilità di batterie a basso costo. Esistono sul mercato batterie a prezzi molto competitivi ma la loro durata nel tempo non è altrettanto garantita e, quindi, non è garantitile con altrettanta sicurezza il conto economico ad esse associato. Si è quindi deciso di immettere nel calcolo componenti di alta qualità con prezzi elevati ma sicuramente rappresentativi di una situazione reale. L’altra grande conclusione che viene da questo articolo è di carattere tecnologico e pratico. Inevitabilmente l’affidabilità dei sistemi decresce all’aumentare del numero di componenti che lo compongono. Gli impianti fotovoltaici hanno mostrato, grazie alla loro semplicità e staticità, grande affidabilità nei primi anni di servizio che stiamo vedendo, proprio grazie al ridotto numero di componenti (pannelli, inverter rete elettrica). Ecco allora che la cosa più intelligente da fare è quella di installare si un impianto fotovoltaico sul tetto (il cui tempo di rientro è ormai stabilmente minore di 10 anni per tutto il territorio nazionale) ma cercare, al contempo, di spostare i consumi, attraverso le abitudini o la domotica, nelle ore di produzione dell’impianto per esempio prendendo spunto da uno di questi consigli:
- Avviare la lavatrice la mattina al momento che l’ultima persona esce di casa
- Utilizzare la funzione timer per la lavapiatti e farla partire alle ore 13 dopo pranzo
- Cercare di pulire la casa nelle ore di luce
Con questi semplici accorgimenti, e quindi senza il bisogno di introdurre nuovi sistemi come quello di accumulo, si è calcolato che è facilmente “traslabile” circa 1/3 dei consumi e che con grande attenzione si può addirittura arrivare a 2/3 arrivando facilmente a quote di autoconsumo vicine al 50%. Il caso di studio esaminato ci mostra quindi come, ancora una volta, non si abbia in generale reale bisogno di sistemi aggiuntivi (come quello di accumulo) bensì ci si debba semplicemente allineare al ciclo della natura che durante il giorno produce e trasforma la maggior parte dell’energia. Ecco quindi che nella semplicità e nell’uso cosciente delle risorse, che viene dalla conoscenza dello stato delle cose, risiede la chiave per un mondo migliore dove le risorse siano tutelate e condivise, dove nessuno debba vendere beni o servizi se non strettamente necessari e dove gli individui, grazie all’indipendenza ritrovata, possano prendere più consapevolezza di se e della natura, che, non ci dimentichiamo, ci ha donato la vita. Informiamoci, per cambiare.